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domenica 18 settembre 2011

Chez Mimì intervista Mia Martini (Forlì 1991)




Questa volta la chiacchierata con Mimì si svolge in un ambiente più comodo, in una hall di un albergo a Forlì che, senza ombra di dubbio, favorisce gli scambi comunicativi. La raggiungo da Rimini dove sono in vacanza., in un caldo pomeriggio di luglio. Non siamo soli, è presente Angelo Valsiglio, musicista napoletano di estrazione jazzistica.


Mimì appare in buona forma, completamente struccata e in versione pantofolaia che contrasta con la sua voglia, più che mai attuale, di sperimentare nuove possibilità:
In Italia mi annoio, non mi diverto, le uniche cose che mi hanno stimolato sono state le collaborazioni con Dee Dee Bridgewater e l’armonicista Toots Thielemans con i quali ho interpretato Imagine di John Lennon dal vivo e il duetto con Claudio Baglioni.

Considera una esperienza interessante la tournèe estiva con il quintetto jazz di Maurizio Giammarco, un sottile senso di sfida alle regole del mondo discografico:
Sono grata a Maurizio per aver capito da subito che non avevo alcuna intenzione di scimmiottare la cantante jazz o di costringere i musicisti a suonare come un gruppo pop. Non ho la presunzione di improvvisare uno ‘scat’, sarebbe come prendere in giro Sarah Vaughan e Ella Fitzgerald. Al contrario, ascolto con molta attenzione, perché voglio imparare ad amare sempre di più questo mondo di sensazioni per me completamente nuove, cerco piuttosto di usare la mia voce con una apertura mentale ancora maggiore che in passato. L’eccitante di questi concerti è continuare ad essere me stessa, però in un modo ed in un contesto musicale assolutamente diversi e lo stesso vale per loro. Voglio cercare di entrare in questo mondo che, per ora, non mi appartiene. Ma senza nessuna presunzione, voglio farlo con dolcezza, anche se il tempo è così poco. Ad esempio, qualche anno fa avevo inserito Come together nei miei concerti e ne era venuta fuori una versione ibrida, vagamente jazz ma con una buona dose di rock. Stavolta invece la suono insieme a jazzisti veri, che non devono marcare ciò che già appartiene a loro. Forse ero più a mio agio prima, ma le situazioni troppo comode, purtroppo, non mi danno pace, non è facile cantare jazz, i musicisti che mi accompagnano sono fondamentalmente dei solisti. Possono suonare con tutti, quello che conta è il loro ‘solo’. Così all’inizio pensavo che potessi fare la stessa cosa con la voce. Non è possibile. Ho bisogno di sentire una comunione con tutti e non posso trasformarmi in…un sax. Non credo, però, che il suo quintetto sia divenuto pop…

E’ elettrizzata e affascinata, mentre continua a parlare:
I miei fans sono un po’ disorientati, come pure il classico pubblico jazz, che è sempre stato un po’ distante dalla canzone, ma mi interessava l’incontro fra due mondi musicali. Ho intenzione di realizzare un album live, abbiamo già registrato in qualche tappa con uno studio mobile. Il disco, che si può considerare da archivio, dovrebbe vedere la luce ad Ottobre. Un modo per riproporre alcuni miei brani, come Vola, o La mia razza con una formula nuova e per cantare canzoni di autori che amo come Pino Daniele, Ivano Fossati, Lucio Battisti, Enzo Gragnaniello e Maurizio Giammarco o standard jazz come Estate di Bruno Martino o Love for sale di Cole Porter . Ho avuto modo di riascoltare alcuni brani, sono rimasta meravigliata, mi sono abbastanza coinvolta, ma non credo che continuerò a cantare jazz..
Non mi sono mai piaciute le rigide divisioni di generi, mi piace rischiare, sperimentare, emozionarmi quando canto, perché solo così posso emozionare chi ha voglia di ascoltarmi. Rock, jazz, canzone d’autore, musica leggera… sono solo definizioni di comodo, la gente ama qualcosa che colpisce al cuore, non una stupida definizione.
I miei discografici mi chiedono un disco di inediti, addirittura mi hanno proposto di realizzare un disco di inediti con
Pasquale Panella, il paroliere degli ultimi lavori di Lucio Battisti. Ho detto a Panella di farmi leggere alcuni testi. Me li ha portati, non ho capito molto, mi sembravano delle macchie. Io posso cantare solo brani che sento emotivamente, gli ho suggerito di concentrarsi maggiormente sull’esaltazione dell’irrilevante, se ne è andato contento.

Si passa, naturalmente, ad altre anteprime:
Ho trovato anche il tempo di registrare con Roberto Murolo un brano nuovo splendido scritto da Enzo Gragnaniello, Cu’mme che verrà inserito in un album che alcuni cantautori dedicheranno a questo grande artista insieme a un classico che dovrebbe essere O marenariello. Questo amore artistico è nato da un incontro delizioso, piacevole, avvenuto a Roma l’anno scorso a casa di amici. Abbiamo cominciato ad improvvisare qualche canzone con lui e Renato Carosone. Poi, conversando ho scoperto la sua simpatia e quando il manager Peppe Ponti mi ha proposto di fare qualcosa con lui ho accettato senza riserve. E’ stato emozionante entrare la prima volta a casa sua, dove ha vissuto anche il padre Ernesto e che ha quasi un secolo di storia. Mi ha portato nello studio di registrazione, tenendomi per mano come una bambina, aspettavo che iniziasse lui con la sua chitarra e invece mi ha detto ‘piccerè canta’: sono rimasta sorpresa. E’ stato difficile imparare la pronuncia esatta delle parole, Roberto è estremamente pignolo, ma dolcissimo, anche quando ti rimprovera, come è accaduto mentre cantavo il verso ‘ amore è facile, tutto ‘o difficile ‘. Mi ha bloccata tre volte con la sua voce solare che trasmette serenità, spiegandomi con il sorriso sulle labbra la dizione esatta.

Mia si illumina nel raccontare questo aneddoto, nel frattempo Angelo Valsiglio propone l’ascolto di una cassetta e prende le redini della conversazione:
Anni fa ho scritto Oramai per Fiordaliso e alcune cose con Claudio Cecchetto. Poi mi è venuta la nausea e ho cercato all’estero altre forme di collaborazione più valide. Adesso mi piacerebbe tornare alla grande con alcuni pezzi magari cantati da Mia che, a mio avviso, rimane il punto d’arrivo per la musica italiana. Ho intenzione di contattare Pino Daniele che è un mio grande amico e con il quale ho collaborato alla realizzazione della colonna sonora di un film di Massimo Troisi perché voglio scrivere con lui un brano per Mia, che dovrà essere bello, di livello qualitativo senz’altro superiore a In questa città, confezionato appositamente per Loredana Bertè.

Propone l’ascolto di una cassetta contenente un provino.
Questo pezzo è stato scritto in collaborazione con Giancarlo Bigazzi, si intitola Fammi sentire bella, ed è stato tenuto nel cassetto perché desidero che sia interpretato solo ed esclusivamente dalla tua voce. Bigazzi, che non è potuto venire, mi ha chiesto di riferirti che il suo sogno è quello di vincere Sanremo con Mia Martini.

Immaginiamo già il pezzo interpretato da lei in maniera struggente: Stasera quando tornerai fammi sentire bella, bella come il mare, come era fino a ieri il nostro amore…stasera quando tornerai fammi sentire stella al centro del tuo cielo e della tua malinconia ed allegria...

Vedremo, quindi, Mia Martini sul palcoscenico del Festival dei fiori?
Ci andrò solamente se avrò almeno una decina di pezzi buoni per la realizzazione di un album.

A questo punto, Mimì, dopo aver ascoltato con attenzione il brano, si alza e si congeda da noi in maniera affettuosa, come al suo solito. Deve andare a prepararsi per il concerto.
Lo spettacolo inizia con l’intro del quintetto ‘jazz project’ e Maurizio Giammarco che presenta Mia Martini che esegue La mia razza.
Mimì saluta il pubblico e racconta del loro incontro avvenuto in sala d’incisione, in occasione del disco Ci ritorni in mente dedicato a Lucio Battisti. Viene introdotta così la bellissima Pensieri e parole con una interpretazione da brivido che infiamma gli spettatori.
Sul finale, alla richiesta del bis, visto che la scaletta è rigorosa, regala la splendida “Donna” cantata sulla base.

Intervista realizzata da Pippo Augliera per Chez Mimì

Il video di Imagine con Dee Dee Bridgewater
http://www.youtube.com/watch?v=GiGuP7JgP_s

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