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venerdì 19 settembre 2014

Mia Martini parla del look: dagli esordi a Giorgio Armani


 
 

Negli anni passati ho anche lanciato delle mode….quello della zingara, la bombetta, ma mio malgrado, perché queste sono cose che io indosso e che, magari, se poi piacciono, vengono imitati, non mi sono domandata il perché.. Sarebbe interessante che quelli del mio fans club parlassero del mio look, e non solo della mia musica….trovo che sia bellissimo.
Io, lavorando con Giorgio Armani per il Festival di Sanremo ( ’92 n.d.r.), ho avuto un’esperienza pazzesca, perché mi sono resa conto di una cosa che non avevo capito in quarant’anni dedicati alla musica, pensavo che essa si limitasse a vibrazione e suono ed emozione, invece no, va oltre. Ci sono altre maniere di interpretarle….c’è l’immagine, il potere tramutare anche questi piccoli giochi ironici, molto femminili, tra l’uomo e la donna, attraverso chiaramente la grande arte di uno come può essere Giorgio Armani e trasformarli in tanti particolari splendidi. Per esempio, quelle cravattine che avevo al collo, gli orecchini, sono dei giochi che sono sempre la continuazione della musica.
L’immagine è  bellissima, è importantissima, io sono disposta a sperimentare, fino a un certo punto, la prima cosa, infatti, che ho detto ad Armani, due tre mesi fa, quando sono andata a proporgli di curare questo aspetto, lasciandole naturalmente la cassetta con il provino de Gli uomini non cambiano, il testo, accenni sull’album Lacrime, gli ho detto: io voglio solo te, voglio soltanto i tuoi abiti, però ricordati che ho delle esigenze precise, cioè io devo cantare e per me vuol dire il massimo della concentrazione e assolutamente non posso distrarmi per nessuna cosa.
Io sono una musicista, prima di essere una cantante, per cui ho bisogno, se sono in teatro, devo fare attenzione ai cavi, alle chitarre, alla batteria, agli strumenti, e quindi ho bisogno di un abbigliamento che, sempre conservando questa femminilità, ed è importante, visto che sono una femminuccia (ride), alla fine ritengo sia utile non ricordarmi di avere qualcosa addosso. Se c’è la penza che mi tira o un tacco che mi da fastidio, cose che possono sembrare dei particolari stupidi, ma, in un concerto che dura più di due ore, a lungo andare possono diventare dei grossi problemi. Devi pertanto vestirmi come se io non avessi addosso nulla.
Questa è l’unica esigenza che ho avuto e Armani, che è un grande artista, mi ha risolto questo problema, perché gli abiti che mi ha preparato era come se non ce li avessi addosso, di una comodità incredibile, come avere una tuta.
Mi piacciono tutti gli abiti di Giorgio Armani. Amo la sua eleganza, il fascino sottile delle linee, la ricerca nei tessuti e nei colori, la creatività negli abiti da sera. Con i suoi vestiti, mi sento a mio agio, perfettamente a posto in qualsiasi momento della giornata, e molto femminile alla sera..
Elaborazione del testo: Pippo Augliera
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