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domenica 17 maggio 2009

Così è Mimì Mia Martini se vi pare...























Ed ora facciamo un salto nella prima metà degli anni ’80. Non ricordo se fosse il 1985. Eravamo a Donnafugata, tanto per usare un termine gattopardiano, quando abbiamo saputo, mia moglie ed io, che in piazza sarebbe venuta Mia Martini. Abbiamo avuto uno scatto di rabbia: “Mia Martini a Santa Margherita di Belice? Ma non è possibile!” No! Non era possibile che una cantante che, per noi, era solo seconda a Mina, potesse venire a cantare gratis in un paesino del Belice. Ci precipitammo insieme a nostri amici imminositi ed immartiniti. Ci piazzammo davanti al palco. Aspettammo con ansia. Ad un tratto un vigile urbano salì sul palco e disse: “Signori ecco a voi Mia Martini”. I nostri cuori si strinsero. Pensavamo ad uno scherzo. “Ma come, Mia Martini presentata da un vigile?”. Nel vicino Comune di Montevago la cara Orietta Berti era stata presentata in magna pompa, mentre la nostra Diva in modo più che sobrio, direi anonimo. Eravamo molto risentiti. Ma quando ci siamo accorti che non era uno scherzo e che Mia era sul palco, ci siamo sciolti in un lungo applauso. Anche se nella mia vita mi considero inutile, credo che, quella sera, abbia avuto la funzione di claque. Mia iniziò a cantare. Fu un’ovazione continua. Ininterrotta. Davanti al palco un gruppo di giovinastri continuavano a urlare sciocchezze. Noi avremmo voluto pestarli. C’erano richieste banali di canzoni magari non sue. Ma fu il mio urlo, e fu così forte, che giunse alle sue orecchie: “Padre davvero”. Mia me l’ha cantata. La piazza era impazzita. Moltissima gente. Da noi, in Sicilia, è sempre così. .

Io non sapevo… giuro io non sapevo. Mia parlando col pubblico parlava di ostracismo. Ci disse che aveva fatto un nuovo album. Ci disse che amava la natura. Che il suo album era controcorrente. Ci anticipò qualche canzone.
Finito lo spettacolo, Mia si riparò in una macchina alzando persino il finestrino. Ma io e i miei amici ci siamo avvicinati. Feci riemergere (ma quanto ero ignaro e quanto inconsapevole di ciò che un decennio dopo sarebbe successo!) la mia rabbia e le dissi: “Ricordati che tu hai cantato all’Olimpia di Parigi! Ricordati che tu sei seconda solo a Mina! Non dovevi venire qui”! Ora non ricordo le sue precise parole. Il significato è questo: “Sono qui anche per voi ed io non sono una diva”.
Con il ragionamento postumo del 1995, ricostruii tutta quella serata. Mimì era una persona molto solare sul palco. Sulla macchina, la trovai schiva. Timidissima. Anch’io vi ri-lessi (nel 1995) tristezza che, all’epoca, scambiai per stanchezza.
E il mio amore per Mia da allora in poi si fortificò. Divenni incrollabile. E quando a Sanremo annunciarono la sua partecipazione, io mi inchiodai lì, davanti al televisore e bevvi fino all’ultima nota la sua “Almeno tu nell’universo”.
Franco Lo Vecchio

martedì 12 maggio 2009

Ricordando Mia Martini



Il 12 maggio del 1995 - imprigionata in un’assurda rete di pregiudizi di tanti suoi colleghi per una molteplicità di motivi che qui non sto ad elencare non trascurando il peggiore dei sentimenti quello dell’invidia - veniva a mancare, a Cardano al Campo, in una situazione di solitudine e disperazione, una delle voci più belle della musica italiana: Mia Martini.



Pienamente d’accordo che ognuno nella vita ha il suo destino, ma è atroce il solo pensiero di averla ritrovata, due giorni dopo la morte, con le cuffie ancora in testa protesa verso il telefono quasi in una disperata richiesta di aiuto che non fece, probabilmente, in tempo a lanciare. Il referto medico parlò di arresto cardiocircolatorio.
Nonostante ciò continuarono illazioni che non avevano alcun fondamento reale ma nessuno, non fosse altro per una questione di pietà umana, deve assolutamente infangare la memoria di una grande donna una valente artista. Forse il mondo dei media, dello spettacolo, della televisione si sente in debito nei suoi confronti tant’è che nel decennale della scomparsa si attivarono in molti nel suo ricordo dal Tg1, al Tg2 al Tg4 a tanti giornali musicali. Mi preme mettere in evidenza il sentimento dell’amicizia per cui la sua cara amica vicedirettore regionale di Rai Trade, Alba Calia, l’ha sempre sostenuta e non si fa capace al pensiero di non aver fatto abbastanza per lei. Poi esistono sentimenti di rabbia, amarezza e dolore per la tremenda fine di una donna semplice e buona nella sua fragilità e debbono essere per forza mitigati dal tempo se no non si vive.
Onestamente sono profondamente rammaricato anch’io dalla prematura scomparsa di questa grandissima donna di Bagnara Calabra un’artista dalle grandi qualità canore ed umane ma trasferita in una cittadina dell’entroterra milanese con la famiglia dove il padre faceva il dirigente scolastico di una scuola media. Un’artista dal vasto repertorio tra cui annoveriamo: Piccolo uomo, Minuetto,E non finisce mica il cielo, Almeno tu nell’universo, La nevicata del 56, Gli uomini non cambiano. Nel suo contesto artistico ha cantato anche i migliori brani dei cantautori italiani. La canzone che la consacrerà vera e propria cantante incisa dalla Ricordi di Milano fu Piccolo Uomo che poi vinse il Festivalbar. Di lei nutro un ricordo bellissimo mi aveva colpito il suo sorriso e lo sguardo limpido oltre all’intensità e la bellezza della voce una sera del 1992 quando in occasione della festa di S. Rocco venne a tenere un concerto a Cabbia di Montereale. Sembrava le sue canzoni avessero stregato la gente e la piazza, gremita fino all’inverosimile allegra e divertita,rimase ad ascoltare ed applaudire il suo repertorio fino alla fine. Terminato lo spettacolo, scendendo dal palco, si imbattè in tanti giovani che reclamavano un suo autografo, non ci penso due volte ad elargirli. Questo a dimostrazione della sua umanità per cui riusciva a mantenere un rapporto particolare con il suo pubblico.


Ricorre proprio oggi il quattordicesimo anniversario della morte - di questa grande artista una donna difficile da decifrare ed affascinante al contempo - spentasi a 47 la cui dipartita ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo dello spettacolo e nell’animo di coloro che l’hanno conosciuta, rispettata ed amata, come donna e come artista. Spiace pensare a questo proposito che nessuno si ricordi di lei se non il dodici maggio anniversario della sua scomparsa; quindi nessuno le tributa l’onore che merita una simile cantante. Vige quel rumore sordo come il silenzio calato su di lei negli ultimi anni della sua travagliata esistenza a causa di quella ignobile, ingiusta e - diciamolo pure a chiare note- imperdonabile etichetta per cui si era ritirata in solitudine un piccolo paesino. Mi diceva ieri pomeriggio una mia amica poetessa che gli artisti vivono in eterno, è proprio vero.
Nonostante Mia Martini non venga giustamente ricordata per quanto meritava e nella vera misura vive in qualche modo attraverso le sue canzoni. Soprattutto con quella che ha conosciuto un nuovo, strepitoso, successo riadattata da Elisa: Almeno tu nell’universo. Oggi alle 12.30 il Comune di Roma, in concomitanza del quattordicesimo anniversario della scomparsa, le intitolerà un parco nel quartiere Caltagirone sulla Cristoforo Colombo verso Ostia e verrà scoperta una targa toponomastica. Alla cerimonia parteciperanno il Sindaco di Roma, l’assessore alla cultura ed il presidente del XIII Municipio. Meritevole iniziativa, un atto doveroso, a fronte di una grande richiesta dei cittadini. Intanto le nuove generazioni continuano a tributare omaggi alla grande artista. Presa come modello di riferimento. In definitiva la sua voce, colta forte e struggente sebbene colorata da mille sfumature ci accompagnerà per sempre e, insieme alla coerenza e la caparbietà della gente del Sud per cui non si è mai adeguata alle esigenze delle case discografiche,sarà un valido esempio, un modello di vita per i nostri giovani. L’ultima sua partecipazione vocale fu alla trasmissione televisiva Viva Napoli del 1994 dove interpretò un’accattivante versione di Luna Rossa Non rimane che esprimere un pensiero commosso e riverente alla grande artista,alla donna sconvolta nella sua umana fragilità. Ciao, Mimì!

pubblicato il 12 maggio 2009 alle 15:53
scritto da Nando Giammarini per Abruzzocultura

venerdì 8 maggio 2009

Mia Martini perdona il " profeta " Ippoliti e vivace botta e risposta con Luca Barbarossa


Vivace botta e risposta tra la vincitrice annunciata e il vincitore reale della rassegna.



Nervosa. Stressata. Assordata dalle "trombe" che senza requie annunciavano la sua vittoria al Festival. Adesso che si deve accontentare del secondo posto, Mia Martini può confessare tutta l' angoscia che le si era insinuata nell' anima: lo fa con toni sereni, ironici, pacati. Saranno state proprio le grandi strombazzate fuori tempo del suo trionfo a influenzare negativamente la sua gara? Lei non ha nessuna intenzione di recriminare. Anzi, butta decisa acqua sul fuoco: No, non sento d' essere stata danneggiata. Dalle "sparate" mi hanno ardentemente difeso in tanti, soprattutto Pippo Baudo e Alba Parietti. Così quando ho cantato la tensione è svanita, e adesso tutto è passato, è finito.

L'elegantissima Mimì non porta rancore neppure a Gianni Ippoliti, il più insistente e incaponito tra gli annunciatori della sua vittoria. Scambierei volentieri quattro chiacchiere con lui, gli offrirei da bere. Anche perché, redarguito, s' è corretto , è stato carino. Credo abbia capito che noi cantanti siamo dei professionisti. Si merita una valanga d'applausi, sorrisi, "brava, brava". Il vero vincitore Luca Barbarossa, anche lui predestinato sin dall' inizio all' Olimpo festivaliero ma con meno chiasso, si sente messo in secondo piano. E si fa largo, pensando d'essere spiritoso: "Aho' , ho vinto io, non so se v' è arrivata la notizia..." Ne ricava risate con contorno di "buu". Ma il bel Luca che canta "Portami a ballare" alla mamma non si fa intimidire: "Io non lo sapevo per niente che avrei vinto". Mia non resiste e lo interrompe: Eri all' estero? Guarda che nella palla di cristallo c'eravamo tutt' e due. Lui, di rimando: "No, io sulle palle non mi sono mai basato".

 Di nuovo Mimì : "E con mamma come la metti?". Ancora lui, buttandola sul goliardico: "Spogliamoci tutti...". Perfetto, mica che qualcuno pensasse di stare a Oxford in compagnia di gentlemen. E il romano Barbarossa aggiunge: "Mia è un' interprete straordinaria, non capisco perché lo vogliate scoprire tutti oggi. Si dovrebbe vivere il Festival in un modo un po' più dignitoso. Ho visto, anche dietro le quinte, scene da matti: gente che stava male di stomaco e stringeva amuleti". Poi si raddolcisce: "Scusate, ma non ho sabotato io il "sistema" sanremese, mi sento imbarazzato".

Gloria Pozzi (2 marzo 1992) - Corriere della Sera

martedì 5 maggio 2009

Nuova avventura musicale dalla voce di 'Martini Mia'







ERA un ritorno importante quello di Mia Martini a Sanremo, dopo anni di silenzio, di lontananza dalle scene, di storie tristi e sconcertanti.

E' stato un ritorno all' insegna del successo, come testimonia il decimo posto nella classifica dei singoli più venduti in Italia di questa settimana per la sua bella canzone Almeno tu nell' universo. Ecco, almeno in questo il Festival di Sanremo 1989 ha ottenuto un risultato positivo, nel riproporre al pubblico un' artista che è e resta, senza dubbio, una delle più belle voci della musica italiana, un' interprete che non solo ha una forza ed un' energia davvero encomiabili, ma ha soprattutto uno stile, una personalità che sette anni di silenzio non le hanno minimamente intaccato.

 Sette anni infatti sono passati dall' ultimo album che Mia Martini aveva inciso, Miei Compagni di Viaggio, ed il suo nuovo disco, Martini Mia, che la cantante ha presentato martedì sera al Notorius di Roma, in una serata tra amici, una sorta di piccolo showcase, più una festa che una presentazione vera e propria, nella quale la Martini ha cantato alcune canzoni contenute in questo nuovo album. Martini Mia è un disco pregevolissimo, un album ricco di belle canzoni, firmate da autori celebri come Maurizio Fabrizio e Bruno Lauzi una coppia efficacissima come dimostrano ampiamente sia il brano che apre l' album e che la Martini ha presentato a Sanremo, Almeno tu nell' universo, sia l' altra bella canzone del disco, Il colore tuo ed autori giovani come il napoletano Enzo Gragnianiello, un cantautore della nuova generazione, musicista e cantante di gran classe, ed in questo caso autore di tre brani del disco.

Ma c' è anche una Mia Martini autrice in questo album, in due brani che brillano certamente nella raccolta, per la passione stessa con la quale la cantante le esegue: Cantare è un modo di raccontare una storia, un' emozione, un movimento, un ritmo che in quel momento stai vivendo in un determinato modo - dice la Martini - una canzone deve essere qualcosa nella quale io possa credere, se no non riesco proprio a cantarla. La perla del disco è naturalmente il brano presentato a Sanremo, quello in cui Mia Martini esprime al meglio le sue doti d'interprete, la forza e l' emozione del suo stile, ma nell' album ci sono molti altri momenti per lasciarsi catturare dalla voce della cantante, come Amori, scritta dalla Martini stessa, Notturno, che porta la firma di Maurizio Fabrizio e Statte vicino a me, un bel pezzo scritto da Gragnianiello. E' un disco, insomma, per chi vuole riscoprire Mia Martini, un punto di partenza per una nuova avventura musicale, per una sorta di nuova vita per una cantante che ha carattere, stile, personalità ed una voce inconfondibile.
 
Ernesto Assante -Repubblica — 23 marzo 1989

Mia Martini canta "Notturno" dal vivo 1989
http://www.youtube.com/watch?v=-FzJWDzlt9A