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martedì 13 maggio 2008

Mia Martini e il suo treno per il sud: Napoli-Bagnara-Messina


Il 12 maggio ricorre il l'anniversario della scomparsa di Mia Martini. La grande interprete era molto legata alla sua terra d’origine Bagnara Calabra e al suo Sud. In questi posti spesso ritornava per ritrovare quel ‘caldo buono’ di Ungarettiana memoria. Nell’ultimo suo periodo artistico, la città di Messina l’ha vista protagonista nel luglio del 1992 di una conferenza stampa, alla quale ha avuto la pazienza di rispondere a più di 30 domande, e di un memorabile concerto a Piazza Università con un pubblico in delirio a cantare insieme a lei i suoi hits del momento e del passato da “Cu’mme”, splendido duetto realizzato con il grande Roberto Murolo, a “Piccolo uomo” di vent’anni prima.

 All’epoca, Mimì, (nomignolo con il quale amava essere chiamata, n.d.a.), dopo il concerto, dichiarò con visibile entusiasmo che il feeling instaurato quella sera con le persone presenti era stato incredibile, era come se si fosse fidanzata con loro. Complice di quanto accaduto anche la presenza nella band che l’accompagnava di un musicista messinese Giancarlo Parisi con il quale improvvisò un applauditissimo duetto “Carnascialata di Puddicinedda”, per voce e zampogna, commentando: ”abbiamo creato un ponte ideale tra Bagnara e Messina”.

 Ma il suo legame privilegiato con la città dello stretto era anche costituito dalla presenza del club “Chez Mimì” , dedicato alla sua ineguagliabile arte, l’unico autorizzato ufficialmente da lei, fondato subito dopo il suo rientro clamoroso a Sanremo 1989 con “Almeno tu nell’universo” per sancire una popolarità mai sopita, nonostante un lungo e doloroso periodo di assenza dalle scene dovuto a difficoltà personali e alla triste voce di essere una menagramo. Mia Martini aveva instaurato con il suo club un rapporto autentico di amicizia e di fiducia: in esso sembrava trovare un approdo sereno, un luogo dove potersi sfogare, rifuggendo da atteggiamenti divistici, raccontarsi con sincerità, soprattutto come artista, esprimendo la sua vitalità e energia , tipica delle donne cresciute nel sole, nel sale, nel sud. Dopo la sua scomparsa, il club ha contribuito a concretizzare diverse iniziative per ricordare questa nostra grande interprete, inarrivabile per pathos e intensità espressi. Come la proposta di intitolare a lei il Premio della Critica assegnato dai giornalisti al Festival di Sanremo, dal 1996 il premio porta definitivamente il suo nome. La memoria storica di tanti anni di attività è rappresentata da una rivista periodica, che ha avuto una sua continua evoluzione fino alla stampa odierna in digitale e la costruzione di un sito web. Ha realizzato, inoltre, due libri “La regina senza trono” e "La voce dentro", per colmare la  lacuna esistente su di lei in questo settore.


 

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