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martedì 30 dicembre 2008

Mia Martini difendeva Marco Masini


Marco Masini lascia il mondo della musica e Mia Martini lo difende. Non é un'arringa nuova quella che si sta consumando intorno all'artista fiorentino, ma, come lui stesso ha tenuto a precisare nell'intervista rilasciata a MusicaItaliana.com, risale a diversi anni fa. Lo dimostra un documento venuto di recente a galla, grazie alla continua ricerca di Menico Caroli, esperto della vita artistica di Mimì. Risale al settembre '93 infatti l'intervista che Mia Martini ha rilasciato negli studi di RadioDue Rai. Niente di particolare se questa breve chiacchierata non contenesse una difesa della stessa artista nei confronti di Marco Masini. Mimì parla con decisione delle polemiche che da sempre hanno accompagnato la carriera dell'artista fiorentino e ne prende, senza veli, la più convinta difesa.

Vorrei parlare un attimo di questo caso che coinvolge Marco Masini - dice Mia Martini - mi piacerebbe proprio avviare una polemica.

E' il mondo della musica "raffinata" ad essere additata per prima:
Mi riferisco al fatto che certi intellettuali si rivelano diffidenti verso questo tipo di musica - spiega - adesso mi sto riferendo non tanto a Masini ma a Bigazzi, che poi é quello che l'ha lanciato. C'é una specie di razzismo nel nostro Paese, per cui si osannano i cantautori, specie quelli che fanno politica con le canzoni, e si affondano le canzoni commerciali... Vi assicuro: é molto difficile scrivere una bella canzone commerciale... é invece facilissimo fare gli intellettuali, atteggiarsi a fare i poeti e scrivere canzoni "raffinate".


All'affermazione della speaker, che le fa notare come non sia facile avere successo con questo genere di canzoni "intellettuali", Mimì risponde:
Sì, ed è per questo che certi cantautori assumono questa specie di aureola. Il fatto di non essere accolti dalle masse li fa sentire come dei santi... Li vedi girare come vittime consacrate. Io vorrei azzerare questo modo di pensare, che, oltre ad essere un tantino squallido, è soprattutto razzistico. A me piace la gente che lavora seriamente, i professionisti, e devo dire che di gente come Giancarlo Bigazzi ne esiste veramente poca in Italia. Mi riferisco alla gente che sa fare il proprio mestiere.


Il discorso a questo punto si fa caldo, si entra nel vivo della polemica e a proposito del trattamento riservato dai critici a Marco Masini, Mimì entra subito nel merito:
I critici l'hanno massacrato, risparmiandolo solo l'anno in cui uscì con Disperato. Ma vi rendete conto che é un grande artista, é un musicista, suona il piano e poi ha una voce bellissima. Ma dico: cosa volete di più?.


Mai come oggi queste parole appaiono opportune e ben pesate, segno evidente che, da allora, le cose non sono poi cambiate molto.
L'anno dopo - continua Mimì - ha venduto un milione di copie con Perché lo fai e automaticamente é diventato il bersaglio della critica. Questa non é una bella cosa. Su di lui hanno detto e scritto qualsiasi cosa, come avevano fatto con me un po' di anni fa. Ho sentito persino dire che portava jella! E' assurdo - conclude - ma perché in Italia bisogna essere così squallidi!.


La speaker incalza: «Forse, per quanto riguarda Masini, si trattava di una critica riferita piuttosto ai temi delle sue canzoni...». Mia Martini non é d'accordo:
«Come ai temi? Pensi che ci siano temi di serie A e temi di serie B? Io non la penso così... Tutti abbiamo dei problemi e questi possono essere grandi o piccoli. Ma se tu hai dei problemi "più intellettuali" dei miei, questo non significa che i miei non siano lo stesso importanti per me. Bisogna rispettare i problemi di tutti... Ci sono persone più semplici che vivono problemi più semplici. Perché non parlarne?».


Qual é la verità allora per Mia Martini?
«La verità é che c'é un po' d'invidia alla base di questi ragionamenti. Sì, perché quando uno ha un successo così grande, come Marco Masini, qualcuno ci rimane male. E si vendica».
Immediato il commento della conduttrice: «Intendi invidia da parte dei critici? Non mi pare che i critici debbano vendere dischi...». Diretta la risposta di Mimì:
«Si ma devono vendere se stessi... e i loro giornali!».
 
(Si ringraziano Menico Caroli e RadioDue Rai)

(Paola De Simone)
Fonte Musicaitaliana.com

giovedì 25 dicembre 2008

Recensione di "Mia Martini in concerto"


Un album forse un po’ atipico, ma decisamente affascinante se complici sono le sonorità jazz e la voce dell’indimenticabile Mia Martini. L’album originariamente fu pubblicato nel 1991, in uno degli ultimi momenti più intensi della carriera di Mimì, in seguito ad una fortunata tournée e grazie all’incontro con uno dei musicisti di spicco nel panorama del jazz italiano: Maurizio Giammarco. Questa commistione di parole d’autore e di jazz fu fortemente voluto e rivendicato da Mia, nonostante il disaccordo dei discografici che finirono per pubblicare l’album in tiratura limitata.
A quindici anni di distanza Rai Trade ci offre l’opportunità di riappropriarci di un disco che ingiustamente fu in parte boicottato dagli addetti ai lavori, ma che invece si erge a conferma del grande eclettismo interpretativo dell’artista, poiché Mia prima ancora di essere interprete di canzoni era una che le viveva intensamente, le interiorizzava con quel misto di dolcezza, di rabbia e di grinta che da sempre ha caratterizzato la sua voce. Un concerto live, dove alcune canzoni del repertorio della musica leggera uniti a dei grandi classici internazionali, assumono una veste inedita, vengono “rivestite di nuovo” e offrono altre cangianti ed insospettabili sfumature tutte indimenticabilmente da ascoltare.
Tra le migliori sicuramente “Pensieri e parole”, “Estate” ma i momenti più entusiasmanti di tutto il concerto sono sicuramente racchiusi in “Animali diurni” e “G. Pleasure”, due brani dello stesso Giammarco, nei quali il sodalizio artistico tra i due artisti si esprime al meglio, tanto da poter affermare, come scrive Menico Caroli nella presentazione del cd: “difficile dire dove finisca la voce di Mia ed inizi il sassofono di Giammarco, parola che canta o suono che parla...”.
L’album contiene anche, per la prima volta, “Speak low”, uno dei brani rimasti fuori dall’edizione originale. C’è di che emozionarci e di che commuoverci nel riascoltare un progetto tale, ma soprattutto offre anche degli spunti di riflessione non indifferenti: su come oggi sperimentazioni sonore ed episodi come questo siano sempre più rari, in mondo che fa rimpiangere non solo le belle voci che nessuno ci potrà restituire, ma anche la buona musica che sembra sempre meno appartenere alla nostra discografia.


Tracklist:
Vola
Pensieri e parole
Nel sole, nel vento
Estate
Come together
Love for sale
Animali diurni
G, Pleasure
Va a’ Marechiaro
La mia razza
Gente distratta
This masquerade
Speak low (per la prima volta su disco)


Articolo di: Alberto Barina; pubblicato il 26/01/2006

La foto è di Tonio Marchione

martedì 23 dicembre 2008

Recensione di "Quante volte.. ho contato le stelle" di Mia Martini





Due albums italiani. Due donne a confronto. Due voci che, pur lontane, possiedono tuttavia analogie e raffinatezze.
Mina offre come al solito il suo saggio di fine anno, un doppio album arrangiato per la metà da Celso Valli e per il resto dal figlio Massimiliano. E' il solito lavoro di Mina, una cosa da professionisti, scontata, ma assolutamente priva di calore. La maggior parte delle canzoni sono scialbe, come dire inutili. E' triste doverlo ammettere ma al di fuori di "Già visto" o degli omaggi brasiliani a Chico Buarque con "Que Sera", splendido tema di "Dona Flor ed i suoi due mariti", ed a Caetano Veloso con "Marrakesh", non andiamo oltre ad una dimensione scontata e piatta. Quasi un disco fatto senza amore, esattamente l'opposto di "Quante volte... ho contato le stelle" il nuovo lavoro di Mia Martini. Mimì questa volta ha fatto centro, sulla scia di "Traslocando" di Loredana Bertè. Certamente una famiglia d'oro. Siamo in un campo diverso dal pop rock della Bertè, siamo nel regno incontrastato della canzone italiana. Il vestito indossato da questo album è un abito da sera, fatto di nero e di bianco, di emozioni intense e parole vere. Dietro il vetro c'è Shel Shapiro, saggio produttore ed autore intelligente nonché bravissimo arrangiatore di alcune tra le canzoni più belle mai fatte a casa nostra. La sorpresa di questo album è però la stessa Mia Martini. Sono sue le canzoni più autentiche ed i momenti appassionati. Canzoni come brandelli della propria carne, vissute e sofferte. Autenticamente vere. E la sua voce è mirabile, calibrata, da vera e propria interprete intelligente e brava. Come era fare Mina, una volta. Erano altri tempi però... "Quante volte... ho contato le stelle" è un disco imperdibile.
di Paolo De Bernardin per Rockstar anno 1982

Il video di "Bambolina, bambolina"
http://www.youtube.com/watch?v=8H2LpF1AfRw

martedì 2 dicembre 2008

Omaggio a Mia Martini “La regina senza trono”


Messina - Si è svolta giovedì scorso, presso la libreria Hobelix, una serata dedicata alla grande interprete italiana scomparsa. In tale occasione, è stato presentato in anteprima nazionale il libro “La regina senza trono”, edito da Guida, a cura di Pippo Augliera, psicoterapeuta e presidente del “Club Chez Mimì”, fan club ufficiale dell’artista.

Durante la serata, che è stata coordinata dalla giornalista Patrizia Casale e cui ha preso parte anche l’assessore alla cultura del Comune di Messina, Francesco Gallo, sono stati presentati filmati e registrazioni della cantante, fra cui alcuni reperti assolutamente inediti, gentilmente offerti dal club degli ammiratori di “Mimì”, che negli anni ha collezionato un materiale vastissimo sulla cantante.

Ciascuno dei presenti ha dato il proprio contributo a tratteggiare un ritratto della donna-artista Mia Martini. Paragonata da alcuni critici a cantanti del calibro di Edith Piaf o Billie Holiday, anche se lei rifiutava qualsiasi tipo di paragone, Mia Martini era animata da un desiderio profondo di trasmettere, attraverso il canto, l’intimo della propria persona. Infatti, se è vero che in ogni artista l’arte non è mai scissa dalla vita, dall’esperienza personale, nella cantante calabra tale assunto diventa una peculiarità.

In questa donna, dal temperamento forte e dalla grande ironia, fu sempre viva la determinazione nell’offrire al pubblico una musica di grande qualità, risolutezza che le impediva di scendere a compromessi e che forse fu anche all’origine di molti dei suoi dissidi con le case discografiche. A questa caparbietà e a questo rigore nell’esigere da sé stessa e dai suoi collaboratori una produzione artistica di livello elevato, si accompagnavano straordinarie doti di interprete: una singolare intensità nell’esecuzione, una sorprendente capacità di trasmettere pathos, emozioni, qualità che le conferivano un ruolo di assoluta preminenza nel panorama delle interpreti femminili italiane.

 E’ stato proprio quello di una “regina senza trono” (in questa veste lei voleva apparire nella copertina del suo ultimo album) il destino di Mia Martini: un’artista che ha dato tutta sé stessa per il canto, ricevendo in cambio ben poco. L’ostilità del mondo della musica, manifestatasi, tra l’altro, nell’assurda accusa di “portare sfortuna”, dovette essere per lei fonte di grande dispiacere.

 E tuttavia non le venne mai a mancare l’affetto dei fan: risale al 1989 la fondazione dell’associazione culturale “Chez Mimì“. In quell’anno Mia Martini partecipò al Festival di Sanremo, cantando “Almeno tu nell’universo”, un’interpretazione memorabile che le valse il premio della critica, riconoscimento che aveva già ottenuto nel 1982, alla sua prima uscita festivaliera, con “E non finisce mica il cielo“ di Ivano Fossati e che conquisterà per la terza volta nel 1990, con “La nevicata del ’56“.

 Fu proprio su spinta dei suoi fan, che promossero una raccolta di firme, cui aderirono grandi personaggi della musica, quali Mina, Fabrizio De André, Battiato, Dalla, Pavarotti, che anni dopo le venne intitolato proprio quel premio all’interno della più importante manifestazione canora italiana, che prese il nome di “Premio della critica Mia Martini”.

Una testimonianza sull’immenso amore della cantante per il suo lavoro è poi venuta dall’artista messinese Giancarlo Parisi, che nel ’92 fu tra i musicisti che accompagnarono Mia Martini nel tour “Per aspera ad astra”, che fece tappa anche a Messina. Egli ha raccontato il particolare “feeling” artistico creatosi in quella circostanza con “Mimì”, che gli costò una certa diffidenza da parte degli altri membri del gruppo.

 La serata è stata poi impreziosita dall’esibizione del pianista Luciano Troja e della cantante Rosalba Lazzarotto, i quali hanno reinterpretato alcuni fra i brani più significativi dell’interprete omaggiata: “Almeno tu nell’universo”, “E non finisce mica il cielo”, “Minuetto”, passando per un pezzo jazz come “My Funny Valentine”. La Lazzarotto, che è principalmente una cantante jazz, ha infatti ricordato come non fosse estraneo a Mia Martini un certo “spirito jazzistico”, che si evidenziava nell’interpretazione, ogni volta diversa, che l’artista dava dei propri pezzi.

A conclusione dell’evento, l’autore de “La regina senza trono” ha espresso la speranza che il suo libro possa contribuire a far diffondere il ricordo di ”Mimì”, coinvolgendo e appassionando alla sua arte anche quanti finora non l’hanno conosciuta, specialmente le fasce più giovani, perché la memoria di questa grande artista non venga mai meno.
carmencicero@messinawebtv.it pubblicato il 18 febbraio 2006

La regina senza trono a Firenze. Omaggio a Mia Martini
http://www.youtube.com/watch?v=U3-ecz96HM0

Post correlati:
Semplicemente donna. Innamorata della musica
http://questimieipensieri.blogspot.com/2009/03/semplicemente-donna-innamorata-della.html

sabato 8 novembre 2008

Successo al Teatro Smeraldo:da Mia Martini nuove emozioni


Sono stata anch' io bambina, di mio padre innamorata, per lui sbaglio sempre, sono la sua figlia sgangherata, ho provato a conquistarlo e non ci sono mai riuscita



La voce di Mia Martini, senza orchestra, riempie il teatro e dà un brivido di emozione. Sullo sfondo spicca quella cipolla in sezione che campeggia anche nella copertina dell'album "
Lacrime (difficile trovare un soggetto di resa grafica così problematica: a noi ricorda il sole di un'alba post atomica). Il viaggio di Mia Martini comincia così , dal Festival di Sanremo del 1992. E immediatamente si percepisce una classe, uno spessore, cui si sono aggiunti una maturità e un equilibrio che ne fanno, oggi più di ieri, una grande della canzone.

 La carrellata prosegue con Padre davvero, la canzone che rivelò  Domenica Bertè nel 1971 al Festival delle Nuove tendenze di Viareggio e con Piccolo uomo, successo al Festivalbar 1972. Quindi Donna sola e Minuetto (1973). Mia Martini, a parte qualche problema vocale contingente, appare spigliata: è evidente lo sforzo di cercare un'essenzialità di tipo anglosassone. Agisce in perfetta sinergia con la band e soprattutto con Mark Harris al piano e Maurizio Galli al basso (gli altri sono Giancarlo Parisi ai fiati e agli strumenti esotici, Nico Gaeta alle tastiere, Massimo Fumanti alla chitarra e Walter Calloni alla batteria).

 Gli arrangiamenti, fortemente innovativi, piacciono al pubblico, con qualche isolato dissenso. Il concerto è assemblato in modo da offrire tutte le esperienze stilistiche della Martini, dalle canzoni più melodiche a quelle più drammatiche nate dalla collaborazione con alcuni grandi colleghi come Spaccami il cuore di Conte o La costruzione di un amore di Fossati. Il recital riesce a sviscerare la complessa personalità di Mia Martini, che, passata attraverso periodi assai critici sul piano personale e artistico, oggi fotografa una condizione femminile che rifugge da ogni vittimismo e da ogni aggressività.

 Ma il meglio arriva nel secondo tempo: in coppia con quel magico interprete e autore napoletano ch'è Enzo Gragnaniello, Mia esegue fra le altre Donna, Luna rossa e Cu' mme lanciata nel duetto con Roberto Murolo. Ed è assolutamente straordinario che, dopo un concerto che ha sapori di blues e soul, sempre ben attento a prendere le distanze dai luoghi comuni della nostra musica leggera, arrivi un finale che è un appassionato omaggio alle nostre radici della poesia per canzone, che, piaccia o no, sono a Napoli. Trionfo allo Smeraldo di Milano e toccante ringraziamento dell'Anfas cui era dedicato il recital. Si replica il 27 a Pescara, il 28 a Barletta, il 29 a Napoli e il 18 maggio al Sistina di Roma.
 
Luzzatto Fegiz Mario (14 aprile 1992) - Corriere della Sera
Post correlati:

Allo Smeraldo l'atteso concerto di Mia Martini a favore dell'Anfass di Elia Perboni
http://questimieipensieri.blogspot.com/2009/03/allo-smeraldo-l-atteso-concerto-di-mia.html

Canta Mia: voce, cuore e passione di Fabrizio Zampahttp://questimieipensieri.blogspot.com/2009/03/canta-mia-voce-cuore-e-passione.html

Mia Martini in "La costruzione di un amore" Concerto "Per aspera ad astra" 1992 http://www.youtube.com/watch?v=AxuHfTDKI-w

sabato 18 ottobre 2008

MI BASTA SOLO CHE SIA UN AMORE omaggio a Mia Martini


"Non deve essere nulla di speciale...mi basta solo che sia un amore" diceva Mimì, ma ogni amore infondo è speciale, ed è stato come un amore la valanga di emozioni che mi è caduta addosso!
E' stato travolgente! L'alchimia di tanti cuori che hanno battuto assieme, sia sul palco che sulle poltroncine del teatro, è stato qualcosa di indescrivibile, con chi mi son trovato a parlarne ho detto, e credo sia la cosa che più si avvicini per descriverla, che è stato come un bacio!
C'è chi non credeva che potesse andare così bene... Beh, credo che se ognuno da il meglio di se non c'è nulla che non si possa realizzare, e che comunque, anche se non fosse stato un successo o non fosse andato tutto perfettamente, tutti abbiamo dato il massimo, e non importa altro, dare il massimo!

Conoscere e cercare di capire questa donna è stato fantastico.
Spesso si conoscono solo gli allori degli artisti, solo le cose più conosciute, solo le vette, son si sanno le fatiche e quanta neve e pareti rocciose essi abbiano incontrato nella scalata.
Mimì era una donna fantastica, forte e indifesa allo stesso tempo! Credo non sia mai stata veramente felice. Lavorando su video, interviste, registrazioni, si evince questa sua infelicità, anche quando sorrideva, gli occhi non nascondevano una malinconica tristezza... e non riusciva a nasconderla la sua voce! Dirompente, un acquazzone estivo che urla al sole "ehi, io ci sono!" proprio come le sue canzoni, canti alla luna, preghiere, urla di una persona che voleva far sentire il suo cuore. E quella sera, fra tanti battiti, credo ci fosse anche il suo!

Tutti abbiamo messo una briciola di noi: Pippo, Ketty, Piero, Luigi, Giovanna, Gianluca, Andrea, Antony, Francesco, Antonino, Ciccio, Claudio, Rosario, Giacomo, Venera, Vittoria, Fabiana, Salvatore, Angela, Antonio, Ilenia, Emanuela e io.

Spero che vi siate emozionati un po' anche voi, che in fondo era ciò che volevamo: emozionare! Ed era quello che Mimì faceva e fa con le sue canzoni: farci sentire la voce di quel cielo infinito, le onde di quell'amore, l'unica vera cosa che scalda i nostri cuori!


Di Domenico Santoro


martedì 14 ottobre 2008

Grande successo per la piéce teatrale dedicata a Mia Martini



La piéce teatrale “Mi basta solo che sia un amore” dedicata a Mia Martini ha fatto registrare il tutto esaurito al Teatro Savio. L’evento era atteso con molto interesse per il suo carattere sperimentale e per il taglio sociale: mettere sul palco una band di giovani musicisti, talenti in erba, appartenente ad un laboratorio sorto appena un anno fa all’oratorio salesiano di Giostra.

La sfida è stata vinta, anche grazie al supporto di suggestive narrazioni, con le voci di Salvatore Barbaro e di Angela Cundrò del Gruppo teatrale Angelo Maio, che hanno tracciato la storia artistica e umana della indimenticata artista, e video clip originali realizzati con estro da Domenico Santoro. I brani scelti sono stati interpretati con grande intensità da Ketty Ragno, creando un feeling particolare con il pubblico presente. Una voce, la sua, che meriterebbe una maggiore fortuna in questa Italia dove, a volte, i veri talenti rimangono all’ombra.

Particolarmente azzeccate alcune riletture musicali, come “Donna” o “Volesse il cielo”, rese più avvincenti con l’inserimento del violino e la fisarmonica, suonati dai bravissimi Giovanna Morabito e Francesco Repici.Un plauso anche ai ballerini che hanno arricchito con delle intriganti coreografie “Padre davvero” trasformato in un tango, “Il fiume dei profumi”, “Almeno tu nell’universo”e, infine, l’assolo di danza sulla viscerale “Canto alla luna”.

Meritano essere citati, tutti, i ragazzi del laboratorio: Andrea La Rosa, Anthony Libro, Gianluca Maricchiolo alla batteria, Luigi Italiano alla tastiera, Antonino Previti, Francesco Caristi al basso, Claudio Santoro alla chitarra, Vittoria Italiano, Fabiana La Rosa, Venera Santoro, Rosario Minissale e Giacomo Sorrenti ai cori.

Lo spettacolo è andato in crescendo, una diretta senza pause, emozionanti gli interventi parlati sia con la viva voce di Mia Martini, sia attraverso la recitazione profonda della Cundrò, che ha avuto il suo apice nel racconto della esperienza vissuta da Mia Martini in carcere e la relativa scoperta di Dio: semplicemente toccante. Gran finale con i saluti, i ringraziamenti la presentazione degli artisti da parte di Pippo Augliera, rappresentante dell’associazione “Chez Mimì”, con il direttore dell’Oratorio Don Aurelio Di Quattro e il bis di “Piccolo uomo” cantato insieme a tutto il pubblico.

Nei giorni precedenti si è tenuta la conferenza stampa presso il Salone degli Specchi della Provincia. L’assessore Pio Amadeo si è soffermato sulla “strada verso il teatro” che l’iniziativa tenta di riprendere con un’importante funzione sociale e culturale, mentre il presidente dell’associazione “Chez Mimì” Pippo Augliera ha parlato della lunga preparazione (durata 10 mesi) di quanti frequentano l’oratorio salesiano e di come questi abbiano mostrato entusiasmo e passione verso il repertorio di Mia Martini, coordinati da Piero Pirera.

A partire dalle ore 17, da giovedì 9 sabato 11, è stata allestita, inoltre, una mostra fotografica sull’artista nativa di Bagnara presso l’androne del teatro Savio.

domenica 12 ottobre 2008

Mia Martini, c’è ancora la sua immensa voce nell’universo



Milano, 9 maggio 2005 - La trovarono riversa sulla sponda del letto, con la cuffia stereofonica in testa, la rubrica telefonica aperta, e la mano protesa verso la cornetta del telefono. Se l’arte ha un prezzo - e sì che ce l’ha - Mia Martini il 12 maggio di dieci anni fa ha pagato quello più alto. Arresto cardiaco dovuto a 'overdose e cocktail di farmaci antidepressivi...', disse il referto. Una vita diventata insostenibile, pensarono i più. La fine malinconica di una Mahalia Jackson 'bianca', come era stata definita da qualche fine estimatore, che a soli 47 anni aveva chiuso i conti coi soprusi e le maldicenze del mondo. Una telefonata rimasta muta, la sua, che da quel maledetto 12 maggio '95 inquieta i sonni della canzone italiana. Già perché quella strana attitudine che hanno le pietre tombali a trasformarsi in pietre miliari ha reso nel frattempo la spigolosa cantante di Bagnara Calabra un'icona assoluta, consegnandole allori e riconoscimenti che le erano stati negati in vita. Anche ad opera di epigone giovani e giovanissime che vanno da una star come Elisa (celeberrimo, ormai, il suo omaggio: 'Almeno tu nell’universo') alla vincitrice di 'Music Farm' Dolcenera fino alle ragazze in cerca di gloria nei vari show italiani modello 'Saranno Famosi'.

GLI OMAGGI

Lo prova la mobilitazione con cui, un po’ per senso di colpa un po’ per devozione, il mondo della canzone affronta l’anniversario, mettendo l’accento su una voce così attenta alle sfumature dell’interiorità che ancor oggi rende Mimì un modello inarrivabile. L’altra notte 'Tg2 Storie' su Raidue ha affiancato la sua storia ad altre 'voci spezzate' come quelle di Dalida e Gabriella Ferri, mentre ieri a 'Radioscrigno', il programma di Radiouno condotto da Dario Salvatori e Timisoara Pinto, è andata in onda la sua ultima intervista radiofonica. Retequattro replicherà lo speciale 'Notte Mimì' nella notte fra l'11 e il 12 maggio, in quella fra il 12 e il 13 e in quella fra il 14 e il 15. Stasera su Raidue alle 23 circa il programma di Rai Educational 'La storia siamo noi', di Giovanni Minoli, si occuperà dell’interprete di 'Piccolo uomo', 'Minuetto', 'Almeno tu nell’universo', 'Gli uomini non cambiano', con la puntata di Caterina Stagno e Silvia Tortora 'Mia Martini: storia di una voce', mentre periodici musicali come 'Raro!' o 'L’isola che non c’era' si apprestano ad dedicarle la copertina, quest’ultimo legandola ad un’intervista di Ivano Fossati.


PICCOLI UOMINI


'Ivano è l’unico uomo con cui l’ho vista veramente felice' ricorda la sorella Loredana Berté. 'Nel tempo ho visto persone fuggire al solo pronunciare del suo nome' racconta Claudio Baglioni alle telecamere de 'La storia siamo noi', riferendosi a quel pregiudizio - portare sfortuna - che le rubò tanta parte di vita. 'Quando poi tornò a cantare, quelle stesse persone ricominciarono ad abbracciarla. Ma questa è storia del mondo'. E Caterina Caselli sottolinea: 'Molti non si sono accorti di averle fatto tanto male, perché la superficialità fa male'. Ai rovesci della sorte, Domenica Berté aveva sempre reagito con la perseveranza delle sue radici, ricominciando da capo, cambiandosi addirittura il nome su suggerimento del produttore Alberigo Crocetta. 'Mi disse che per andare all'estero bisognava scegliere tra le tre parole italiane più note: spaghetti, Martini o pizza. E io scelsi Martini'. 'Davanti al microfono chiudo gli occhi e divento forte, talmente forte che non mi importa più di nulla' diceva.


CU'MME


I fan della cantante che si danno appuntamento su quel totem elettronico dell’eredità martiniana che è il sito Chez Mimì (http://www.chez-mimi.it/) hanno redatto una esauriente panoramica delle iniziative per il decennale, fra cui l’omaggio dell'Archivio sonoro della canzone napoletana che mercoledì proporrà l'ascolto di alcuni suoi inediti partenopei conservati presso il centro Rai di Napoli nel corso di un incontro a cui prenderà parte pure Enzo Gragnaniello, autore di 'Cù'mme', brano che rimane una delle gemme del repertorio della Martini e di quella canzone napoletana che per toccare le corde del sentimento ha bisogno di 'un pizzico di voce e un chilo di cuore', come diceva Roberto Murolo. Anche se Mia sembrava metterci ogni volta un quintale, dell’uno e dell’altro.

Autore: Andrea Spinelli per "Il Giorno"

domenica 24 agosto 2008

Mia Martini e Loredana Bertè.Sorelle rivali unite dalla solitudine




Donna sola (Martini). Io, il miglior amico che ho (Bertè). Titoli, versi interscambiabili di canzoni, malinconie speculari che s'inseguono, si riconoscono, si respingono facendo schizzar via, lontane, le loro vite. La scarica elettrica di due poli identici.
Sorelle simil-gemelle, nate entrambe il 20 di settembre, che si prendono e si lasciano come due amanti irrequieti. Dieci anni di silenzio, di reciproca, ostentata, indifferenza, poi il minuetto di pace e ancora gelo fra le due, dopo il Sanremo di due anni fa. Vent' anni di trucchi e travestimenti che più diversi non si può. Una gara, all' apparenza, per non assomigliarsi mai. Martini filo di perle, Martini "dalla sinistra ho avuto solo fregature allora meglio quel galantuomo di Fini". Berté che "va a letto con la foto del Che", Berté orecchini falce e martello. Una seriosa, l' altra seminuda tutte le volte che può. Eppure uguali nostalgie denunciate, sussurrate o urlate - fa lo stesso - di normalità piccolo borghese: matrimoni, figli... tutti treni persi o treni sbagliati. Treni su cui salire e subito scendere, per Loredana: una vita come un samba, frenetico, eccentrico, scosciato, e "affanculo" Fiorello viva Fidel. Treni mai in orario per Domenica-Mimì-Mia, perché "gli uomini non cambiano... fanno male alle donne spesso senza riflettere, quasi involontariamente". Un blues di amarezza, roco come la sua voce. Stessa rabbia - sottovoce o ringhiosa, fa lo stesso - per lo show business che non le capisce, o non le capisce abbastanza. Che fatica a sintonizzarsi con quel grumo comune di angoscia di vivere, che diventa grinta o talento da spendere, da sprecare. Due sorelle manifesto di un individualismo "maschio", complice e litigioso, che diventa "antipatico" e va a capire perché addirittura jettatorio, sgarbato o saccente e comunque anomalo, con in fondo quella solitaria tristezza infarcita di pillole e suicidi presunti (per Loredana, alla vigilia dell' addio col marito tennista Bjorn Borg), oppure temuti (per la morte improvvisa, oscura, di Mia, che si era messa all' angolo, s'era riparata da quel via vai scostante del successo, in un condominio anonimo per lasciar vivere la Domenica che era in lei). Non era una signora, Mia-Domenica-Mimì, nonostante le divise convenzionali di Armani. Non è mai stata una signora Loredana, che strepita contro le "multinazionali del disco" che "la mettono in castigo" e non le fanno pubblicare "un album della madonna che ho qui, già pronto...".
Nessuna delle due è mai stata "nazional-popolare". Mia diventa celebre venticinque anni fa, festival di Viareggio: lei sembra un clown felliniano con bombetta e trucco pesante. Cantava, allora, Padre davvero, autobiografia in musica di una ragazza cresciuta in una famiglia disunita. E davvero il padre delle Berté aveva lasciato moglie e quattro figlie ("un clan di femmine") senza farsi più vivo. Mia e Loredana non nascondono il loro rancore. E se la prendono pure con quella madre che, a sentir le sorelle, ha le mani troppo bucate. Forse leggende di rotocalchi, ma di sicuro le sorelle hanno l' identica spinta a fuggire da casa, lasciare Bagnara Calabra per poi magari - è il caso di Mia - coltivarne la nostalgia, moltiplicando nel tempo i ritorni. Solo tre anni di differenza tra le due. Domenica, la più "vecchia" che diventa Mia Martini battezzata dal suo pigmalione l' avvocato Crocetta, il padrone del Piper, parte per prima sul palco. Loredana la insegue, la copia, si fa chiamare Franca Martini per invidia ed emulazione, la rincorre. In principio, con Piccolo uomo, Donna sola, Minuetto, Mia infila una hit parade dietro l' altra. Ma Loredana è tosta. "Una zavorra, una vera rompiballe...", s' inalbera la Martini. La quale, nel frattempo, si era innamorata del cantautore Ivano Fossati, un menage che plasma Mimì che diventa di sinistra come lui, femminista coi sottanoni e gli zoccoli d' ordinanza. Dieci anni di coppia fissa. Ma Loredana la raggiunge. Diventa famosa lei, quando per l' altra comincia un' eclissi. E scatta pure la lotta per prendersi Fossati. Mia Martini ha una crisi non si sa se esistenziale o creativa, mentre all' estero la esaltano. Si sente le gambe tagliate. Prende il testimone la sorella, la voce meno estesa ma le gambe di più. E' l' 82 e Mia dà forfait. Intanto il venticello di una calunnia assurda, la Martini jettatrice, le dà un altro colpo alle reni. Carriera rovinata. C' è chi le imputa perfino di far partire in ritardo gli aerei. E chi soffia che è stata la sorella terribile a mettere in giro la diceria. Per tutti gli Ottanta, le due si ignorano. Grande Freddo. Loredana è la diva strampalata che si mette un finto pancione da donna incinta a Sanremo (stile, epater les bourgeois...), che canta Il mare d' inverno, che sposa Borg, il secondo tennista della sua vita dopo Panatta. Allora se ne fregava di Fidel, era la gioia delle riviste rosa per quelle liti tra un jet e l' altro. Borg tenta il suicidio. Ghiaccio sui pettegolezzi, è faccenda seria. Lei, che prima sparlava del marito, ha un malore che forse è un tentato suicidio. Allora di colpo Mia ricompare, e fra le due scoppia l' idillio. Mia intanto era tornata a cantare e la critica era tornata ad amarla: "La più bella voce femminile della canzone italiana...". Mia che proclama, a proposito della sorella: "Saremo inseparabili, non litigheremo più". Collier di perle una, "chiodo" di pelle e mini ginecologica l' altra, faranno duetto a Sanremo, ma la coppia non va. Frana la ritrovata "simpatia". E di mezzo ci si mette pure la politica. Mia scrive sul "Secolo" che la sinistra l' ha delusa e che Loredana, la marxista, è un'incoerente che ha sempre fatto la bella vita. Mia e Loredana, le strade si biforcano ancora, eppure si incrociano in una solitudine uguale. Mia e Loredana: adesso, la rincorsa è finita.
Marina Garbesi 16/05/1995

Il video di Stiamo come stiamo.Mia Martini e Loredana Bertè presentate da Benedetta Mazzini
http://www.youtube.com/watch?v=BAp0hw2Xr0o
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Il ‘divorzio’ politico delle sorelle terribili Loredana Berté fan del ‘Che’ e Mia Martini che svolta a destra: ‘Dalla sinistra solo fregature’.
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sabato 23 agosto 2008

Il ‘divorzio’ politico delle sorelle terribili Loredana Berté fan del ‘Che’ e Mia Martini che svolta a destra: ‘Dalla sinistra solo fregature’.



MILANO. Non si sono parlate per anni. Si sono riappacificate dopo che Loredana Berté aveva tentato il suicidio per il fedifrago Borg: i rotocalchi immortalarono l'abbraccio affettuoso di Mia Martini alla sorella infelice sul letto d'ospedale. Abbraccio che chiudeva anni di rapporti burrascosi o, peggio, inesistenti: la pace fu siglata da una partecipazione comune al Festival di Sanremo, l'anno scorso, e nuovamente scoppiò la burrasca. Banali rivalità artistiche, forse. Cantarono insieme sul palco dell'Ariston, le sorelle, ma senza guardarsi mai in faccia. Poi Mia Martini e Loredana Berté sono tornate a parlarsi ma hanno opportunamente separato le loro strade musicali. La contrapposizione si trascina inevitabile e sfuma ora sulla politica: Loredana sta diventando sempre più rossa, mentre Mimì ha abbandonato di brutto l'antica fede, e sta trascolorando dal nero al verde, nell'attesa che le alleanze preelettorali si chiariscano definitivamente. Come si sa, l'ancor procace Loredana si prepara a tornare al Festival ed ha scritto per l'occasione un testo autobiografico in cui ribadisce la propria nota, recente passione per la sinistra estrema e più romantica. Dicono le parole: ‘Con la foto di Guevara / Vado a letto la mattina... / Sparo in cuffia regolare / Solo L'internazionale / Per sognare sul finale...’. Sembra che, per cantare sul palco della manifestazione tv più seguita, si sia persino fatta fare un paio di orecchini d'oro con la falce e il martello. Glieli lasceranno mettere o verranno considerati propaganda elettorale?
Mia Martini, in partenza per un tour jazz negli Usa, proprio durante il mese del Festival che l'ha respinta, ha invece cambiato bandiera dopo una vita trascorsa nella sinistra. Dalla casa in campagna nel Lazio, dove vive, racconta fuori dai denti. Sarà dura, la scelta, per Mia Martini. Come fa una che ha sempre votato a sinistra a pensare di mettersi addirittura con Fini? ‘Non ho mai fatto politica attiva, però mi ricordo che da piccola veniva a casa nostra Nenni, che era amico di mio padre, e io a tre anni mi mettevo dalla finestra a urlare a squarciagola "Avanti popolo alla riscossa". Mio padre, che è professore di greco antico e dava lezioni in casa, mi veniva a tappare la bocca. Io mica sapevo quel che cantavo, mi piaceva il ritmo’. Che cosa e' successo di tanto grave da farle cambiare idea? ‘Una mia amica, Alba Calia, che era direttrice di Televideo, è stata cacciata, senza stipendio da un giorno all'altro. Era una socialista craxiana e su questo abbiamo sempre litigato, però cosa c'entra? Mi pare che adesso il pds stia facendo le stesse cose che faceva Craxi: fanno vita tranquilla Lorenza Foschini del Tg2 e altri come lei che si sono avvicinati al pds al momento giusto dopo aver fatto carriera con il socialismo rampante. Ma chi non la pensa come loro viene cacciato. E questo è solo l'ultimo episodio di una catena che ho sopportato a lungo senza fiatare’.

 Gli esegeti della vita di Loredana Berté fanno invece risalire la sua conversione a sinistra al dopo Borg e alla fine di un'esperienza apparentemente dorata. Sull'argomento, Mimì Martini si limita a dire: ‘Non mi ricordo che le interessasse la politica, in passato’. Si sa di un'assidua corrispondenza della Berté con ‘Il manifesto’: al giornale, ricordano che i suoi fax sono arrivati puntuali ogni giorno per quasi un anno e si sono poi interrotti, bruscamente, tre mesi fa, forse in concomitanza con gli impegni per il prossimo Festival. ‘Mandava attestazioni generali di stima: “ Siete bravi” - ricorda un redattore - o interveniva nello specifico su articoli e titoli, sempre in positivo. Ma non è mai neanche venuta in redazione, come altri cantanti di sinistra, tipo la Nannini, hanno fatto’.

 Se con la Berté non si può parlare, Mimì Martini è un torrente in piena. Sulle vicende della sinistra riapre l'album dei ricordi della sua vita non facile, rintraccia i primi campanelli d'allarme che le fecero male: ‘Quando la casa discografica Ricordi, nei primi Anni ‘70, mi fece causa perché me ne andai, io vendevo milioni di dischi ma non avevo ancora visto una lira d'anticipo. Al processo il pretore mi guardò - lui era un pretore d'assalto e io una star, cantavo all'Olympia all'epoca - e disse più o meno: "Io ho i metalmeccanici, non mi posso occupare di voi, che paghi la Martini". Nessuno, da sinistra, pensava che una che cantava potesse esercitare i propri diritti. Persa quella causa, la mia vita è sempre stata in salita’. Con un filo d'ironia Mimì, la voce più bella d'Italia, ricorda anche l'incontro con Ivano Fossati, con il quale ebbe un lungo sodalizio sentimentale e artistico. L'incontro la trattenne nell'area progressista: ‘Quando ci mettemmo insieme, misi via i tacchi e mi arrangiai con le calosce, i gonnelloni e il pci. Finché non arrivò il craxismo rampante: fu allora che dovetti cominciare a difendermi per non partecipare alle trasmissioni che incensavano il Garofano. E sul Garofano, credo di aver inciampato anche più recentemente a Sanremo: nel ‘92 - alla vigilia di cantare "Gli uomini non cambiano", che tutti pronosticavano vincitrice - la mia casa discografica dell'epoca, la Fonit Cetra consociata Rai, mi propose un contratto secondo il quale dovevo impegnarmi a cantare durante la campagna elettorale di Manca, allora presidente Rai: la firma doveva avvenire prima del Festival. Io rifiutai. Non vinsi il Festival. Non so se le due cose vadano messe in relazione.
Comunque mi guardi indietro, la sinistra mi ha fregata tutta la vita’.

Di Marinella Venegoni 08 – 02 - 1994

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lunedì 9 giugno 2008

Mia Martini: Rotativa ("Roda Viva") e molte altre cose




Dal momento che, con la storia di Valsinha, il blog è finito pure sul sito ufficiale dei fans di Mia Martini, mi sembra giusto dare a Mimì quello che è di Mimì, ovvero una qualità e sensibilità artistica davvero con pochi paragoni, che sembra quasi banale ribadire.Lo dimostrano, oltre alle sue interpretazioni, le sue scelte musicali anche quando si è trattato di incidere delle cover (“Miei compagni di viaggio” -1983) o di rileggere, in chiave jazz, grandi successi da Battisti ai Beatles (12 concerti insieme a Maurizio Giammarco e un album “Mia Martini in Concerto” del 1991 che gelosamente posseggo e continuamente ascolto).

Miei compagni di viaggio contiene ben tre brani di Chico Buarque, la più volte citata Valsinha (con testo di Vinícius de Moraes), Rotativa (Roda Viva) e per finire Ed ora dico sul serio (Agora falando sério) che diventò l’occasione per “cantare” la scelta di allontanarsi per un certo periodo (che durò poi fino all’89) dalla scena musicale.Questi due brani erano stati tradotti e adattati da Sergio Bardotti in occasione del disco tutto italiano inciso da Chico nel 1970 con gli arrangiamenti di Ennio Morricone non a caso intitolato “Per un pugno di samba”. A questo disco parteciparono come coriste sia Mimì che Loredana Bertè, inserite nel gruppo dei mitici Cantori Moderni di Alessandroni.Giangiacomo Landolfi, che all’incontro tra Chico e Morricone ha dedicato un bell’articolo, manifesta qualche perplessità sulle traduzioni, valutandole il punto debole di questo particolare progetto. Su questo aspetto non riesco a dare un giudizio: tradurre le parole, le atmosfere, gli intenti, i riferimenti ad aspetti della vita brasiliana sempre presenti nei testi di Chico non è facile e capisco lo sforzo di Bardotti per riproporli in un contesto “più italiano”. Prendiamo Roda Viva ad esempio. Come lo rendiamo in italiano? Paolo Scarnecchia nella sua traduzione (dal libro Musica Popolare Brasiliana- Gamma Libri 1983) lo lascia in portoghese nel titolo e lo traduce nel testo come “confusione”. Con quale parola definire questo movimento continuo che trascina tutto con sè? Tutto sommato l’idea della rotativa rende l’idea. Quindi accettiamolo com’è e ascoltiamo insieme questa versione dal vivo con una Mia Martini decisamente in forma.Più l’ascolto, più mi piace, anche nella traduzione/adattamento che mi sembra conservare lo spirito del pezzo. Impossibile caricare il video, lascio quindi il link Mia Martini "Rotativa" Concerto Live “Miei compagni di viaggio”. (in coda al post metto tutti i link al concerto, disponibili su YouTube)

In Brasile “Roda Viva” è stata ripresa in una nuova versione proposta da Fernanda Porto (con la partecipazione di Chico) presente nella colonna sonora del film “Cabra-Cega” (la nostra “mosca cieca”) di Toni Venturi, regista brasiliano dal cognome e dalle origini italiane. Vista la relativa attualità (il film è del 2005, in Italia penso si sia visto in questa festival) scelgo questa versione: su Youtube la possibilità di soddisfare poi qualsiasi curiosità dalla prima interpretazione di Chico con il quartetto vocale MPB4 alla versione “tambureggiante” e dal vivo di Fernanda Porto.

coscienzasporca.blogspot.com


martedì 13 maggio 2008

Mia Martini e il suo treno per il sud: Napoli-Bagnara-Messina


Il 12 maggio ricorre il l'anniversario della scomparsa di Mia Martini. La grande interprete era molto legata alla sua terra d’origine Bagnara Calabra e al suo Sud. In questi posti spesso ritornava per ritrovare quel ‘caldo buono’ di Ungarettiana memoria. Nell’ultimo suo periodo artistico, la città di Messina l’ha vista protagonista nel luglio del 1992 di una conferenza stampa, alla quale ha avuto la pazienza di rispondere a più di 30 domande, e di un memorabile concerto a Piazza Università con un pubblico in delirio a cantare insieme a lei i suoi hits del momento e del passato da “Cu’mme”, splendido duetto realizzato con il grande Roberto Murolo, a “Piccolo uomo” di vent’anni prima.

 All’epoca, Mimì, (nomignolo con il quale amava essere chiamata, n.d.a.), dopo il concerto, dichiarò con visibile entusiasmo che il feeling instaurato quella sera con le persone presenti era stato incredibile, era come se si fosse fidanzata con loro. Complice di quanto accaduto anche la presenza nella band che l’accompagnava di un musicista messinese Giancarlo Parisi con il quale improvvisò un applauditissimo duetto “Carnascialata di Puddicinedda”, per voce e zampogna, commentando: ”abbiamo creato un ponte ideale tra Bagnara e Messina”.

 Ma il suo legame privilegiato con la città dello stretto era anche costituito dalla presenza del club “Chez Mimì” , dedicato alla sua ineguagliabile arte, l’unico autorizzato ufficialmente da lei, fondato subito dopo il suo rientro clamoroso a Sanremo 1989 con “Almeno tu nell’universo” per sancire una popolarità mai sopita, nonostante un lungo e doloroso periodo di assenza dalle scene dovuto a difficoltà personali e alla triste voce di essere una menagramo. Mia Martini aveva instaurato con il suo club un rapporto autentico di amicizia e di fiducia: in esso sembrava trovare un approdo sereno, un luogo dove potersi sfogare, rifuggendo da atteggiamenti divistici, raccontarsi con sincerità, soprattutto come artista, esprimendo la sua vitalità e energia , tipica delle donne cresciute nel sole, nel sale, nel sud. Dopo la sua scomparsa, il club ha contribuito a concretizzare diverse iniziative per ricordare questa nostra grande interprete, inarrivabile per pathos e intensità espressi. Come la proposta di intitolare a lei il Premio della Critica assegnato dai giornalisti al Festival di Sanremo, dal 1996 il premio porta definitivamente il suo nome. La memoria storica di tanti anni di attività è rappresentata da una rivista periodica, che ha avuto una sua continua evoluzione fino alla stampa odierna in digitale e la costruzione di un sito web. Ha realizzato, inoltre, due libri “La regina senza trono” e "La voce dentro", per colmare la  lacuna esistente su di lei in questo settore.


 

domenica 27 aprile 2008

Baudo " obbligato ": a Sanremo Premio Critica intitolato a Mia Martini


DOPO LA RICHIESTA DI MOLTI FAN E CANTANTI
 Sarà certamente intitolato a Mia Martini il premio della critica che ogni anno, come da regolamento, viene attribuito dai giornalisti delle testate accreditate al Festival di Sanremo a una canzone e a un artista che presenti un' opera di particolare valore o impegno.

 L' idea e' partita nell' ottobre scorso da Chez Mimì, nome curioso di uno dei principali fans club della cantante che ha sede a Messina ed è coordinato da Pippo Augliera. La cantante Dori Ghezzi e la giornalista Alba Calia hanno preso a cuore la proposta e hanno raccolto una serie di autorevoli firme a favore dell' iniziativa. Sottoscritta fra gli altri da Barbara Alberti, Renzo Arbore, Giorgio Armani, Alessandro Bergonzoni, Loredana e Olivia Bertè, Giorgio Albertazzi, Mike Bongiorno, Gianni Borgna, Caterina Caselli, Maurizio Costanzo, Mino Damato, Serena Dandini, Fabrizio e Cristiano De Andrè , Maria De Filippi, Maurizio Donadoni, Rita Forte, Ivano Fossati, Pietro Garinei, Beppe Grillo, Dacia Maraini, Lea Massari, Mina, Luciano Pavarotti, Paola Pitagora, Fernanda Pivano, Antonio Ricci, Luciano Rispoli, Vasco Rossi, Michele Santoro, Ornella Vanoni, Antonello Venditti, Mara Venier, Renato Zero.

Altre adesioni sono state raccolte direttamente dal fan club come quelle di Aleandro Baldi, Franco Battiato, Eugenio ed Edoardo Bennato, Giancarlo Bigazzi, Alessandro Canino, Ivan Cattaneo, Paolo Conte, Lucio Dalla, Beppe Dati, Tullio De Piscopo, Riccardo Fogli, Giorgia, Enzo Gragnaniello, Irene Grandi, Bruno Lauzi, Marco Masini, Mietta, Milva, Roberto Murolo, Laura Pausini, Maurizio Piccoli, Enrico Ruggeri, Federico Salvatore, Paolo Vallesi, Valeria Visconti.

Di fronte a uno schieramento cosi' autorevole, ci ha detto Baudo, la mia unica perplessità era solo formale: si tratta infatti di un' iniziativa partita dal mondo degli artisti che tuttavia coinvolge un premio gestito e conferito dai giornalisti. Se non vi sono obiezioni da parte loro, ben venga un premio della critica intitolato da quest' anno a Mia Martini. Ce n' è un altro, dato dagli autori, che porta il nome di Modugno.

Ai promotori dell' iniziativa . aggiunge Dori Ghezzi . sembra un doveroso omaggio alla memoria di una grande artista. Fu proprio una canzone cantata da Mia Martini, E non finisce mica il cielo, maltrattata dalla giurie a un festival di Sanremo, a suggerire ai giornalisti l' idea di un premio della critica che venne poi ufficializzato dai regolamenti successivi. Intitolare il premio a Mia Martini è giusto anche perché lei lo ha ottenuto in parecchie altre edizioni della gara sanremese.
(Mario Luzzatto Fegiz - Corriere della Sera 7 - febbraio 1996 

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Conferenza Stampa di Mia Martini al Festival di Sanremo 1992
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Il video de "E non finisce mica il cielo"
http://www.youtube.com/watch?v=vAAtkTVloC8

mercoledì 2 aprile 2008

Mia Martini galleggia come astro nel cielo


Il giornalista Rosario Pipolo ci segnala un pezzo scritto su Mia Martini:

“Se non finisse mica il cielo, il canto del cigno non si fermerebbe più. Chi lo arresterebbe più, anche se il mistero della morte ci avvolge e ci decompone. La voce di un cigno non finisce più, continua ad echeggiare attorno a noi e ce la troviamo a ronzare accanto a noi in ogni momento della giornata. E' successo per molti voci che hanno smesso di cantare per fatalità o per il duro gioco del destino, e non poteva non accadere per Mia Martini (1947-1995), indimenticabile icona della musica leggera italiana, scomparsa dieci anni fa. Gli anniversari a volte sono così miseri e deplorevoli perché per lo più finiscono per diventare per qualcuno operazione di marketing e business.

DA DOMENICA A MIMI' - L'adolescenza di Domenica Berté si consuma tra il canto, la danza e lo studio del pianoforte. Il suo talent scount è Carlo Alberto Rossi, l'autore di "E se domani", che per la sua etichetta milanese Juke Box le fa un provino e le affida il primo disco a soli 15 anni. Il titolo sembra quasi profetico: "I miei baci non puoi scordare", e forse quei baci ricchi di emozione e passione non li abbiamo davvero mai più dimenticati. Una gran bella soddisfazione per chi crede nel canto, per chi vuole viverlo come uno stile di vita, forse anche come un modo per esorcizzare le piccole paure e fragilità della vita di tutti i giorni. Il passaggio artistico da Domenica a Mimì Bertè avviene nel 1964 con la vittoria al Festival di Bellaria con il pezzo "Il Magone". Ad accompagnarla c'è un nuovo look: codini e scamiciata. Negli anni romani, frequenta il liceo artistico e si dedica anima e corpo alle jam-session, interpretando il repertorio di mostri sacri come Ella Fitzgerald, Sara Vaughan, e Aretha Franklin.

SEMPLICEMENTE, MIA - Nei primi anni settanta canta al Piper 2000 di Viareggio e si fa notare da Alberigo Crocetta: nasce Mia Martini. Nel nome d'arte c'è l'omaggio all'attrice Mia Farrow, nel cognome d'arte il richiamo al Martini, bevanda famosa made in Italy. Una buona strategia di marketing commerciale, magari per tentare il successo anche oltralpe. Il look è davvero provocatorio con bombetta, e le permette di firmare il primo contratto con la RCA per il concept- album "Oltre la collina", prodotto da Baglioni e Coggio, con la canzone"Lacrime di Marzo", scritta dallo stesso duo di "Questo piccolo grande amore". Dopo il passaggio discografico alla Ricordi, nel 1972 ottiene il successo di critica e di pubblico al Festivalbar con il brano "Piccolo uomo". Gli anni settanta trascorrono tra cambi repentini di look e una collezione di successi: da "Minuetto", firmata da Califano e Baldan Bembo, a "Inno", da "Libera" a "La costruzione di un amore", scritta dal suo compagno Ivano Fossati.

GLI ANNI '80 E '90 - Gli anni ottanta si aprono con la partecipazione al festival di Sanremo. Nel 1982, l'anno in cui vince Riccardo Fogli con "Storie di tutti i giorni", la Martini conquista la platea dell'Ariston con "E Non finisce mica il cielo". Prova a ritornarci tre anni dopo con un brano scritto per lei da Paolo Conte ma viene bocciata alle preselezioni. Comincia un periodo di lungo silenzio che termina nel 1989, quando Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio la riportano in auge proprio al festival di Sanremo con il gioiello "Almeno tu nell'universo". Si aggiudica il premio della critica e si dedica all'interpretazioni di brani di giovani autori come Enzo Gragnaniello. Interpreta belle canzoni che diventano molto popolari ed entrano a far parte dell'immaginario collettivo de confuso canzoniere italiano di quegli anni. Si pensi a "La nevicata del '56", a "Donne" o a "Cu 'mme", incisa assieme all'ugola napoletana Roberto Murolo. Dopo anni di litigi e allontanamenti, si riavvicina alla sorella Loredana e nel 1993 porta in coppia con lei sul palco di Sanremo la canzone poco fortunata "Stiamo come stiamo". Tuttavia, dalla metà degli anni novanta comincia un lento periodo di declino che si conclude nella tragica morte del maggio del 1995.

UNA STELLA DA RICORDARE - Mia Martini rimane una delle voci più belle della nostra tradizione musicale. Durante un'intervista, Claudio Baglioni mi ha detto: "E' nella nostra memoria. Mimì era una ragazza fantastica, una grande artista. Io ho avuto la fortuna di scrivere delle canzoni per lei ed è stata l'unica per cui sono riuscito a scrivere qualcosa".
Quella sua voce aggressiva e roca come la carta vetrata ha contribuito a farla diventare col tempo un'interprete di classe. Purtroppo, Mimì Berté è stata un'altra vittima dello star-system della musica leggera. Le dicerie malefiche e superstiziose che la hanno fatta passare come che portasse energie negative, ha fatto sì che in molte occasioni rimanesse ai margini. E forse, proprio questa assurda marginalità, ha dato il soffio finale su quella fiammella che l'ha portata via. Di lei ci manca soprattutto quella tendenza ad entrare in simbiosi con ogni canzone che passava davanti al suo microfono. Adesso quelle canzoni le appartengono.

DISCOGRAFIA ESSENZIALE - Oltre la collina (1971); Nel mondo una cosa (1972); Il giorno dopo(1973); Mia Martini(1973); E' proprio come vivere (1974); Sensi e controsensi(1975); Un altro giorno con me (1975); Che vuoi che sia...se t'ho aspettato tanto(1976); Per amarti (1977); Danza (1978); Mimì (1981); Quante volte ho contato le stelle (1982); Miei compagni di viaggio in concerto(1983); Martini Mia(1989); La mia razza(1990); Mi basta solo che sia un amore(1991); Mia Martini in concerto(1991); Lacrime (1992); Rapsodia (il meglio di mia martini)(1992); Indimenticabile mia(1996); Mia Martini 1996(1996); Il meglio di Mia Martini(1997); Una donna, una storia (1998); Mimì sarà(2000); Canzoni segrete(2003); I colori del mio universo (2006); Mia Martini il concerto live (2007)”.

giovedì 6 marzo 2008

Mia Martini sul podio allo Zucchino d’oro di Rivarolo (To)


E’ stato un podio tutto firmato Liceo Musicale di Rivarolo Canavese quello della categoria B dello “Zucchino d’oro”, la sezione canora dedicata ai ragazzi fra i 12 e i 17 anni.Primo posto a Jessica Simonetta di Cuorgnè che ha cantato “Gli uomini non cambiano”, uno dei cavalli di battaglia della grande Mia Martini. Secondo posto invece per Elisa Troglia Gamba, quindicenne di Vauda Canavese che si è esibita con una struggente interpretazione di “Tutti i brividi del mondo” altro grande successo italiano di Anna Oxa.Terzo posto infine per Bianca Caretto, altra quindicenne sangiorgese che si è lasciata andare ad un’interpretazione molto appassionata di un’altra canzone assolutamente impegnativa come “Minuetto”, altro successo dell’indimenticabile Mia Martini.
Roberta Barchi hi vinto il Pavone d’oro con “Almeno tu nell’universo”nella categoria 9-11 anni al festival canoro realizzato al teatro Masini di Faenza .
Un segno ulteriore di come Mia Martini sia scoperta e amata anche dai giovanissimi .

martedì 12 febbraio 2008







“Almeno tu nell’universo” e “Amori”, due perle di Mia Martini contenute nell’album “Martini Mia” del 1989, sono state inserite in due importanti raccolte pubblicate di recente. “Amori” spicca nell’antologia dedicata al grande Armando Trovajoli “Commedie musicali, canzoni, ballate e temi da film", un cofanetto di 3 cd in digipack (pubblicato dalla GDM Music e distribuito dalla Universal), che raccoglie i brani più rappresentativi del compositore e musicista romano, per festeggiare i suoi 90 anni. L'omaggio ha dato lo spunto per rievocare gli oltre cinquant'anni di carriera del musicista romano, considerato uno dei più eclettici del nostro tempo per il suo frequente oscillare fra vari generi, dal jazz alle colonne sonore cinematografiche, dalle creazioni brillanti per Garinei e Giovannini alle composizioni sinfoniche e cameristiche. Una caleidoscopica antologia", secondo la definizione del suo stesso autore. Il Trovajoli maggiormente conosciuto, divulgatore di una musica destinata al grande pubblico, lo si ritrova nello straordinario CD presentato alla stampa. Si tratta di una carrellata davvero esaustiva in cui figurano canzoni per commedie musicali, ballate e temi da film, insomma il Trovajoli poliedrico che ha segnato con la sua creatività una lunga stagione teatrale e cinematografica. Vi si possono riascoltare, tutte nella loro versione originale, le partiture di 'Roma non fa la stupida stasera' (scritta con Pietro Garinei) , 'Ciao Rudy' (il famoso spettacolo con Marcello Mastroianni), 'Aggiungi un posto a tavola', 'Bravo', 'Abitare in una favola', 'Sette uomimi d'oro', 'La Ciociara', fino ai brani 'El Negro Zumbon' (nella versione di Flo Sandon's usata anche da Nanni Moretti in "Caro Diario"), 'Amori' (cantata da Mia Martini), 'Mambo bacan' (Sophia Loren), 'Nun je dà retta Roma' (Gigi Proietti), 'Bada Caterina' (Carmen Villani), 'Se tu mi lasceresti' (Marcello Mastroianni e Monica Vitti), ecc.
“Almeno tu nell’universo”, ormai un classico, fa parte della compilation “Top of the spot 2008”, che ripercorre un anno di pubblicità attraverso 21 brani che hanno accompagnato le immagini della pubblicità realizzate da alcuni dei creativi più affermati in Italia e nel resto del mondo.
Questa la tracklist di ''Top Of The Spot 2008'':
Tears For Fears - Sowing the seeds of love (spot Vodafone); Amy Winehouse - Rehab (spot Fastweb); Kings Of Covenience - Misread (Seat Pagine Gialle); Mia Martini - Almeno tu nell'universo (
FIAT Croma); Cat Stevens - Wild World (spot Enel SPA); Sixpence None The Richer - Kiss Me (Baci Perugina); Blondie - Heart Of Glass (Gucci by Gucci); Freshyground - Doo Bee Doo (spot Acqua San Benedetto); Zucchero - Va, pensiero (spot Kinder Natale); Natasha Bedingfield - Unwritten (spot Pantene); Sylvester - You Make Me Feel (spot Ferrarelle); Patty Pravo - Pensiero stupendo (spot Breil); Max Sedgley - Slowly (spot Repubblica Velvet); Leonrad Cohen - Hey, That’s no way to say goodbay (spot BMW Serie 5); Samim - Heater (spot Citroen C1 Deejay); Akon - Lonely (spot Genialloyd); Sasha - If you believe (spot Kinder Fetta al latte); Stylophonic - R U Experienced (spot D&G Jewels); Bulletz - I Feel in paradise (spot Le fablier ''BACIO''); As Meninas - Xibom Bombom (spot Lottomatica); Frassica&Cerruti - SMS (spot Wind).

martedì 29 gennaio 2008

Antonello De Sanctis ricorda Mia Martini







Nel 1947 nasceva una delle voci più intense ed emozionanti della canzone italiana: Mia Martini. La ricordiamo insieme ad Antonello De Sanctis, l'autore di Padre davvero uno dei primi successi di Mimì.



Quando hai incontrato per la prima volta Mia Martini?
Conobbi Mimì nella primavera del ’71, negli studi dell’allora Rca italiana. Stava registrando l’album Oltre la collina e collaborava con lei un esordiente di talento: Claudio Baglioni. Aveva circa ventiquattro anni, allora. Mi colpirono il modo di vestire – che aveva, ma forse fu solo una mia impressione, un che di studiato – e l’intensità degli sguardi che, invece, erano diretti, leali e testimoniavano tutte le profondità del suo sud. Mi venne da pensare: “Se canta come veste, povero me, ma se canta com’è...” Mimì cantava com’era.

Per l'interpretazione di Padre davvero vi siete consultati?
Il testo, come racconto nel mio libro Non ho mai scritto per Celentano (edito da No Reply) nacque prima che la conoscessi. Lo feci leggere in Rca e mi fu letteralmente scippato, lo persi di vista, insomma. Venni a sapere che molti compositori stavano provando a metterci su una musica e la più idonea sembrò quella di Piero Pintucci. Lo assegnarono a Mimì e fu lei stessa a chiedermi di ascoltarlo dopo che era stato già arrangiato e registrato. Il testo era diretto, provocatorio per quei tempi, e lei ci aveva aggiunto la forza di un’interpretazione deflagrante, che arrivava dentro.

Fu un brano doppiamente (per te e per lei) autobiografico?
Il rapporto con mio padre era stato sempre piuttosto conflittuale, ma mi spinse a mettere la penna sul foglio, nell’abitacolo della mia seicento, la notizia della morte violenta di un mio compagno d’infanzia che si era trasferito a Roma dal paese d’origine e viveva ai margini. Seppi in seguito, dalle cronache, di presunte difficoltà che Mimì avrebbe avuto con il padre... non ne abbiamo mai parlato ma, dalla foga che lei mise nell’interpretare Padre davvero, questa ventilata conflittualità mi sembrò un’ipotesi praticabile. Va bene che Mimì aveva dentro una tale carica emotiva che avrebbe impiegato la stessa forza anche nel cantare l’elenco telefonico.

La storia di Mia Martini mostra un lato del mondo dello spettacolo, quello più feroce e cannibale. Come si sopravvive?
Il mondo dello spettacolo deve, per sua natura, raccogliere le suggestioni che gli artisti si scavano dalle viscere e renderle smerciabili. Ci si vive dentro in modo dicotomico, insomma, divisi tra le fragilità proprie dei creativi e le impietose necessità aziendali di far quadrare i conti. Bisogna essere abili equilibristi per attraversarlo e avere le unghie affilate: Mimì non era così perché era solo una grande artista, Non riesco a credere ancora oggi che un mondo come quello della discografia, che è un mondo industriale, si sia privato per motivi irrazionali, di un talento e, cinicamente lo dico, di una possibile fonte di guadagno.
 
Come è potuto accadere secondo te?
La discografia – l’arte in genere – ha come caratteristiche fondamentali la provvisorietà, l’incertezza del domani, la competitività, l’invidia e, spesso la solitudine. Tale condizione di precarietà, mista – in molti casi – all’ignoranza, induce spesso a cercare conferme in ottuse superstizioni, o in credenze insensate messe a schermo delle insicurezze. Da queste forme maniacali sono contagiati anche molti addetti ai lavori che, nel dubbio, preferiscono non “correre rischi”. Quando nell’ambiente ti affibbiano la fama di menagramo, diventa durissima a tutti i livelli.

Che ricordo hai di questa grande interprete?
Ho passato i primi anni della mia vita a Rieti e dalla terrazza della casa dove abitavo, si vedeva il fiume Velino. Trascorrevo le ore a guardare il suo procedere calmo o il suo rivoltarsi improvviso sollevando la melma, intorbidendosi, aggredendo gli argini. Quelle acque ora limpide, ora arruffate, mi hanno insegnato il senso dell’esistenza. Mimì era quel fiume e ancora mi scorre dentro.

Francesco Marchetti

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Il video di "Padre davvero":
http://www.youtube.com/watch?v=i54iiCqcq10

martedì 15 gennaio 2008

Il colore tuo. Omaggi musicali a Mia Martini


Continuano gli omaggi a Mia Martini, a conferma del grande amore nei confronti di questa nostra splendida artista, oggi più di ieri.
Shel Shapiro, nel suo ultimo album live “Acoustic circus” , accompagnato da un gruppo di notevoli musicisti, propone per la prima volta una sua personale rilettura della splendida “Quante volte” scritta nel 1982 a quattro mani con Mimì. http://www.shelshapiro.com/
Stefano Sani, reduce dal “Premio Mia Martini” con la sua intensa versione di “E non finisce mica il cielo” ha così commentato questa elettrizzante esperienza: ‘Ecco…in pochissimi conoscevano le mie capacità interpretative tanto che, cantando un successo di Mimì, mi sono beccato l’inaspettato encomio di stima da parte del fan club ufficiale dell’artista - lo “Chez Mimì” - (mentre precedentemente sui forum di musica italiana quando aleggiava la notizia che quello di “Lisa”avrebbe osato rileggere Mia Martini si gridava allo scandalo..). Questo aneddoto non è celebrativo ma solo per far capire la voglia di riscatto che vive dentro me’. www.myspace.com/stefanosani.
Segnaliamo anche l’inserimento di “E non finisce mica il cielo” nel nuovo cd di Romina Malagoli “Assaggio” che contiene anche “Riflessi” brano dedicato a Mia Martini.
www.myspace.com/rominamalagoli.
Paola Atzeni sarà la protagonista di una grande serata di musica live all’Elvis caffè di Genova il 17 gennaio. Con la sua splendida voce e grande presenza scenica presenterà il suo repertorio che include anche brani di Mia Martini, Ivano Fossati, Fabrizio De Andrè e Vinicio Capossela. www.paolaatzeni.altervista.org/
Manuela Villa e Annalisa Minetti, insieme a Marcello Cirillo, hanno concluso il loro mini tour natalizio ‘Gospel italiano’ il 13 gennaio ad Anzio. Manuella Villa ha interpretato “E non finisce mica il cielo”, Annalisa Minetti ha scelto “Almeno tu nell’universo” e con Marcello Cirillo hanno intonato “Cu’mme”.
Alessandro Peruzzi, nel presentare a 055new il suo ultimo libro “Avevo 15 anni –La costruzione di un uomo” ha dichiarato: ‘La raccolta è dedicata a Mia Martini, conosciuta personalmente attorno al 1986 e ancor meglio durante la sua permanenza a Firenze, presso la sua famiglia ideale, quella del maestro Giancarlo Bigazzi, il grande compositore fiorentino e di sua moglie Gianna divenuta per Mimi una vera sorella e dei quali sono orgoglioso di averne la stima l’affetto e l’amicizia. Ho voluto sottolineare ancora una volta l’insuperabile dote tecnica e canora di Mimì, che le ha causato non pochi problemi nel suo ambito artistico. Per me avrebbe dovuto snobbare l’Italia e concedersi ad altri paesi tra cui la Francia dove viene da sempre definita l’Edith Piaf italiana e dove ha calcato il palco dell` Olympia come pochi altri artisti italiani . Ma il suo amore per il pubblico italiano era così grande che le ha impedito di prendere questa decisione’ ( fortunatamente per noi! n.d.r..).
Mia Martini è stata celebrata, assieme al suo conterraneo Alberto Cavaliere, alla terza edizione, organizzata dall’associazione di calabresi di Cinisello Balsamo e Nord Milano il 16 dicembre scorso. Sono intervenuti il Prof. Bertè, Andrea Surdi e Silvio Pozzoli hanno emozionato il pubblico, presente in sala, cantando alcune delle bellissime canzoni di Mia e lo scrittore Domenico Gallo ha presentato il suo libro “Io sono la Calabria … Mia Martini”.
La cantante attrice Anna Maria Castelli ha portato a teatro il recital “Controcoerente ovvero: Se io ho perso …chi ha vinto”, monologhi orginali e canzoni per una eventuale, sana, rivoluzionaria involuzione, non maschile e non borghese. Accompagnata alla chitarra da Simone Guiducci esegue ben tre brani di Mia Martini: “E non finisce mica il cielo”, “Almeno tu nell’universo” e “Gli uomini non cambiano”.
La cantante Alessandra nel suo cd “Ma se ghe penso”, tributo ai grandi della scuola genovese Bindi, Tenco, De Andrè, Lauzi, interpreta con classe e bravura “Piccolo uomo”. Il cd è prenotabile presso il sito dell’artista http://www.alessandraweb.com/
Nicola Petrocchi accompagnato dal suo trio si esibirà nella prima decade di Febbraio a Roma al music club 'Modo' sito in vicolo del Fico n° 3 (non molto lontano da piazza Navona). In scaletta omaggi a Mia Martini, tra i quali segnaliamo le particolari riletture di 'La sola verità', gia apprezzata nella serata di Bracciano il 13 dicembre scorso, e 'Un altro atlantico'.

domenica 6 gennaio 2008

Ritorna Chez Mimi', la fanzine prodotta dal fan club dedicato a Mia Martini




Per noi collezionisti le memoriabilia sono un elemento importante: quindi con gioia annunciamo il no.32 di Chez Mimi', a quasi 2 anni dal precedente numero. Complimenti al buon lavoro svolto dallo staff diretto dal messinese Pippo Augliera
Il nostro diretur Giancarlo Passarella l'ha definito ...un piacevole fulmine a ciel sereno! Tutti puntano sull'evoluzione ipertecnologica ed il club dedicato a Mia Martini ritorna al cartaceo..!.Leggendo le note d'accompagnamento sul sito ufficiale, subito troviamo una risposta involontaria a questa sua affermazione... Dopo due anni vede la luce il tanto atteso nuovo numero della nostra gloriosa fanzine che continua a resistere con le pubblicazioni, grazie anche alle numerose richieste.... Ecco spiegato l'arcano: Pippo Augliera ed i suoi collaboratori hanno semplicemente risposto alle richieste che noi fans continuavamo a fare.
Il no.32 di Chez Mimi' si presenta in una edizione speciale con oltre 40 pagine, stampate in digitale, con una copertina a colori, di forte impatto, elaborata graficamente. Contiene un ampio dossier sulle presentazioni, articoli sul libro La regina senza trono ed una sezione dedicata agli omaggi teatrali a Mia Martini. Ma non finisce qui: ampio spazio viene dato ai concerti tributo come quello di Gilda Giuliani "Canto Mimì" e "Mimì in jazz" con Adolfo Durante e il pianista Stefano Calzolari. Presenti anche le recensioni più importanti sulle uscite discografiche e le relative anteprime.


di Erasmo Graffietti da Musicalnews.com